L’immagine della rete è molto significativa ed è usata per molte suggestioni: fare rete, collegarsi alla rete, creare una rete, rete di computer, rete televisiva ... L’etimologia rimanda a un “insieme di linee, reali o ideali, che si intrecciano formando incroci e nodi e dando luogo a una struttura complessa” (Treccani). La tendenza attuale in tutte le attività è quella di “fare rete”, cioè di creare collegamenti e collaborazioni che permettono di essere competitivi in un mondo sempre più globalizzato.
È una esigenza presente anche nelle attività caritative e benefiche che, creando legami tra di loro, riescono a rispondere a bisogni sempre più diversificati e complessi.
Anche l’Associazione Universale di S. Antonio è in rete con altri enti benefici che si prendono cura delle persone fragili. Per esempio, distribuisce la frutta raccolta da Re.Te.Solida, ente del terzo settore che riceve prodotti agricoli che non sono spendibili sui mercati perché difformi nelle misure o nel peso con gli standard commerciali, oppure quando sono in esubero.
C’è il sostegno alle Cucine economiche popolari attraverso l’elargizione dei contributi che arrivano con l’opera “Pane dei poveri”. Ancora, collabora con alcuni piccoli comuni italiani per distribuire i “buoni pasto” ai bambini di famiglie povere che non possono permettersi di pagare la mensa scolastica ai propri figli, sottraendoli così a momenti di convivialità e di gruppo assai preziosi. E possiamo continuare...
L’unione fa la forza, recita un detto popolare. Ed è quello che avviene uscendo dal proprio orticello e condividendo con altri le finalità specifiche. Non ne esce una perdita, anzi! È una catena di bene, una “rete” che valorizza il poco e lo distribuisce a molti. Tutti non possono fare tutto, ma assieme si risponde meglio alle esigenze odierne della cura delle persone che si trovano in situazione di emarginazione e di povertà. In fondo siamo tutti sulla stessa barca ma se non ci lasciamo “imbrigliare” dalla rete della condivisione finiremo per perdere anche quei pochi pesciolini che la provvidenza ci dona.