Da quest’oasi di pace un aiuto per ripartire

Santuario di Sant Antonio a Boves 2

Il Santuario di Sant’Antonio a Boves, dopo anni di abbandono, sotto la guida di Maria Grazia e Umberto ha riaperto le porte ed è tornato a essere centro di pace e spiritualità per famiglie.

Un luogo immerso nel verde, a 10 minuti a piedi da Boves e altrettanti in macchina da Cuneo. Qui, in uno stile semplice e accogliente, famiglie, coppie giovani, fidanzati e persone singole hanno la possibilità di trovare un’oasi di pace, percorsi per ritrovarsi, crescere. È il Santuario dedicato a Sant’Antonio di Padova, una struttura un tempo abbandonata, in disuso che ha ripreso vita grazie alla disponibilità di due fidanzati. «Era il 1997» raccontano Maria Grazia Prandino e Umberto Bovani. «Durante una chiacchierata con il Vescovo della diocesi di Cuneo, ci proponiamo di ridare vita a una struttura in disuso per rimetterla in piedi e, abitandola, fare proposte di spiritualità. Non eravamo ancora sposati. Il Vescovo ci conosceva per le proposte portate avanti nelle realtà giovanili dei gesuiti e nella Comunità di Vita Cristiana (CVX). Dopo averci pensato un mese ci ha proposto un vecchio santuario, abbandonato da 20 anni, privo di servizi e non destinato ad uso abitativo. Siamo partiti così». La struttura è composta dalla chiesa, la cui costruzione risale al 1647, e da una zona abitativa ampliata in vari momenti successivi fino agli anni ’70, divenuta sede per le attività estive di formazione giovanile dell’Azione Cattolica, e dai primi anni ’80 utilizzata solo occasionalmente e sporadicamente. «Sia il parco che l’intero edificio avevano subìto inevitabili deterioramenti» racconta Maria Grazia. Nel 1998 il matrimonio. Poi iniziano i lavori grazie ad alcuni aiuti economici arrivati da fondazioni bancarie.

Venticinque anni di incontri Le prime proposte sono state campi di preghiera e lavoro per giovani, divenute poi dopo un anno proposte di spiritualità ed Esercizi Spirituali. Dal 2000 si sono andate orientando verso corsi di spiritualità per coppie e gruppi famiglie facendone un vero e proprio Centro di spiritualità domestica, per ricercare una spiritualità coniugata pienamente con gli aspetti più ordinari della vita quotidiana. Anche per questa ragione viene posta un’attenzione particolare a percorsi per coppie e famiglie o più in generale per chi è in ricerca di un orientamento affettivo. In questi 25 anni nascono anche Lorenzo, Michele e Francesco. «La strada percorsa certamente è stata impegnativa. Tre figli, il lavoro per entrambi come docenti nella scuola superiore, la casa a cui badare, gestire l’ospitalità, dai contenuti delle proposte alle iscrizioni, alla spesa» spiega Maria Grazia. «Ma il ritorno è davvero tanto. Abbiamo conosciuto bellissime persone, per noi e i nostri figli una vera ricchezza e un privilegio poi approfondire tanti percorsi per gli altri».

I tempi dell’ospitalità Oggi sono essenzialmente due i tipi di ospitalità offerti: corsi residenziali con fine settimana lunghi, dal venerdì alla domenica o più ampi se in periodi non lavorativi. Alcuni sono tenuti in collaborazione con i gesuiti, per un massimo di 12 coppie. L’altra modalità è più orientata a singoli o singole coppie, un fine settimana o una settimana intera. «A loro riserviamo, la vecchia casetta del custode, cucina compresa. Chi viene sa che è autonomo e con noi condivide i tempi del colloquio». Tra gli ospiti alcune domeniche anche alcuni corsi fidanzati promossi in zona.

Rileggere il proprio vissuto «Percepiamo nelle persone che arrivano il bisogno di fermarsi, staccare dalla quotidianità, avere la possibilità di rileggere il proprio vissuto, il proprio percorso di vita spirituale, soprattutto quando si tratta di coppie con figli» sottolinea Umberto. «Per i bambini è predisposto un apposito servizio baby-sitting. In questo modo i genitori hanno la possibilità di gustare un tempo di riflessione personale e poi di coppia, con alcune linee guida per un confronto efficace che a casa difficilmente si riesce ad avere». Spunti di riflessione e poi passeggiate nei boschi. «L’ambiente certamente favorisce la riflessione per ritrovare se stessi». «Siamo andati a Boves per un triduo pasquale con la famiglia» racconta Francesca. «Abbiamo potuto sperimentare una grande accoglienza e gustare un tempo prezioso per la coppia e la famiglia». «Un’atmosfera intima con un accompagnatore spirituale personale con cui potersi confrontare per tutto il ritiro» aggiungono Alessandro e Federica. «I Bovani aprono veramente la loro casa all’accoglienza. Non solo vicinanza, ma prossimità». In quaranta hanno condiviso i giorni della settimana santa, appena trascorsa, guidati da p. Matteo Suffritti, gesuita. Centinaia a oggi le persone che hanno usufruito di questo spazio e delle proposte offerte. L’agenda estiva è già ricca di eventi. Al santuario di Boves si curano gli spazi verdi che crescono tutt’intorno, si tiene a posto la casa, si organizzano le iscrizioni ai corsi, si preparano i contenuti perché molti possano continuare a sostare e rigenerarsi.

Santuario di Sant Antonio a Boves
Un luogo di pace e di silenzio, immerso nel verde, sul crinale della collina che unisce Boves con Fontanelle. Uno spazio ideale per fermarsi, fare una sosta e riappropriarsi di un tempo propizio lontano dalla fretta e dall’affanno. Ad animarlo una coppia che, ispirandosi alla spiritualità ignaziana, propone percorsi formativi e accompagnamento spirituale per chiunque sia interessato a una rilettura del proprio vissuto o desideri comprendere meglio le proprie scelte e i propri orientamenti di vita. Tutti gli appuntamenti in agenda (fino a dicembre 2023) si possono trovare visitando il sito www.santantonioboves.it

 

Laura Galimberti