Con Francesco a Greccio

Il sig. Paolo Zanoni ci manda questo bella rappresentazione d San Fracesco e il presepe di Greccio, realizzata dall'artista Giacomo Olini, presente nella chiesa di Villachiara a Brescia. Questo dipinto fa parte del ciclo pittorico che l'artista ha realizzato in onore a santa Chiara, patrona della comunità. Il signor Paolo ci racconta alcuni aneddoti sulla realizzazione di queste opere nel 1962, e ne descrive accuratamente il contenuto.

«I quattro quadri liberamente ispirati alla vita di Santa Chiara della Chiesa di Vilalchiara costituiscono l'opera estrema realizzata da Don Angelo Spinoni. Era il 1962 e il parroco volle completare il suo programma a lungo termine di abbellimento della parrocchiale commissionandoli al suo conterraneo gabianese Giacomo Olini. Dettando gli episodi da illustrare e contrattando, come suo solito, sulle spese. In effetti per i quattro quadri dipinti su fogli di faesite, l'artista venne remuneranto con 160.000 lire. Avevo allora nove anni e ogni mattina andavo in Chiesa per la recita delle preghiere e per un po' di catechismo prima di andare a scuola. Ebbi modo di vedere Olini sistemare i suoi quadri, metterci intorno le cornici dorate e decorare le cappelle che ancora li ospitano. Ovviamente non conoscevo quell'uomo che saliva e scendeva dalla leggera impalcatura necessaria per il suo lavoro. Ce lo rivelò la maestra Domenica Bertoletti che lo aveva avuto come allievo a Borgo San Giacomo in gioventù. Ci disse che Giacomo Olini disegnava assai bene fin da ragazzo.

Il ciclo dedicato a Santa Chiara si legge partendo dalla porta destra della navata e girando in senso orario. Il primo quadro interpreta il Natale di Greccio, con Francesco e Chiara in primo piano che contemplano il Bambino insieme a schiere di francescani e di clarisse. Il secondo rievoca la fuga di Chiara che raggiunge Francesco alla Porziuncola per abbracciare la vita religiosa e consacrarsi totalmente a Dio. Segue la scena della Morte di Chiara, descritta secondo una antica leggenda che, evidentemente, Don Angelo conosceva bene, oggi del tutto dimenticata. Per ricordarla mi affido ad un brano tratto da "La vita di Santa Chiara vergine; scritta per ordine di Papa Alessandro IV; che fu quello, che la canonizò, ed è raccontata tra gli altri da frà Lorenzo Surio". Essa si trova nel "Leggendario della vita de' Santi", raccolte da Alfonso da Villegas di Toledo, "Theologo e Predicatore" e dato alle stampe a Venezia nel 1637.

Pur nella scrittura secentesca, il testo risulta di agevole comprensione: " Finite le parole, la religiosa vide entrare nella camera molte vergini vestite di bianco con corona di oro in testa, le quali accompagnavano una Regina, che veniva con loro, dalla cui faccia usciva tanto splendore, che essendo mezza notte, pareva, che fusse mezzo giorno. Quella Regina s'inchinò verso Santa Chiara, e abbracciolla con molta amorevolezza; poi commandò alle vergini, ch'erano in sua compagnia, che le dessero un ricco manto, che portavano, e con esse copersero il corpo della Santa, la quale haveva osservato perfetta castità.

Quella religiosa intese benissimo, che quella Regina era la Madre di Dio, la quale visitò Santa Chiara alla sua morte, e la confortò, si come lei mostrava nel suo volto, perché se prima l'haveva lieto, e giocondo, in questo punto accrebbe assai la sua allegrezza. E poiché già si avvicinava il fine della sua vita, si fece leggere la Passione di Gesù Christo, della quale ella era molto devota, e mentre si leggeva diede l'anima a Dio".

L' ultimo quadro mostra Santa Chiara assisa su una nuvola con ai lati due angeli, che dal cielo protegge il paese di Villachiara e la sua gente, rappresentata emblematicamente da una famiglia di contadini».

Paolo Zanoni