Anno 137 - Luglio-Agosto 2025Scopri di più
Gli influencer della fede
suor Marzia Ceschia

Nel cuore dell’estate si terranno a Roma due appuntamenti importanti che in qualche modo possiamo cogliere come collegati tra loro: il Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici, il 28 e 29 luglio, e il Giubileo dei giovani, dal 28 luglio al 3 agosto. È proprio il mondo giovanile a sollecitarci a conoscere un nuovo campo di missione, il digitale, scoprendo e utilizzando al meglio le risorse che la rete offre. La testimonianza di Carlo Acutis, grande appassionato di informatica al quale già in passato abbiamo fatto riferimento, è emblematica in questo senso. Vogliamo però soffermarci questa volta sul termine influencer, entrato molto in voga negli ultimi anni: con questa parola si designa una personalità particolarmente popolare che annovera un gran numero di “seguaci”, followers, tanto da influire sui comportamenti di quanti si ispirano a essa.
Oggi lo spazio privilegiato per esercitare una tale attrattiva è, indubbiamente, quello dei media, ma il cristianesimo annovera da sempre uomini e donne carismatici, la cui vita è capace di attrarre e di suscitare trasformazioni esistenziali anche radicali. Pensiamo ai santi: veri e propri influencer della fede, che spesso diventano modelli per ulteriori cammini di santità. Per non andare troppo lontano nel tempo – ma davvero sono innumerevoli i nomi che si potrebbero fare – restando nel ’900 potremmo citare la figura di Charles de Foucauld (1858-1916): un uomo che ha vissuto nel deserto, in povertà, cercando di imitare la vita nascosta di Gesù di Nazareth, facendosi fratello a cristiani, giudei, musulmani e morendo ucciso da razziatori nel deserto del Sahara algerino. Moltissime sono le esperienze sorte sulla spinta della sua testimonianza: comunità religiose, associazioni di laici, istituti secolari. Sorprende questa fecondità a partire dalla dimenticanza, dal silenzio, dalla marginalità. Influencer per l’autenticità della sua esperienza evangelica, non per apparenze costruite né per potenza di parole o di eventi particolari.
Tra le personalità più significative che hanno tratto ispirazione dal suo vissuto ne citiamo due: la venerabile Madeleine Delbrêl (1904-1964) e Annalena Tonelli (1943-2003). La prima, francese della Dordogna, “abbagliata da Dio” come lei stessa afferma, si converte dall’ateismo a una fede radicale, impegnata, che la porta a scegliere di vivere una totale donazione a Dio e ai fratelli, operando come assistente sociale a Ivry-sur-Seine, tra comunisti, nella marginale periferia parigina, in una Francia sempre più scristianizzata.
La seconda, originaria di Forlì, dopo la laurea in giurisprudenza, parte per il Kenya, senza appoggiarsi ad alcuna organizzazione, come insegnante in una scuola superiore. Si trasferisce poi in Somalia e infine nel Somaliland, dove è assassinata a Borama nell’ospedale in cui curava malati di Aids e di tubercolosi, per i quali, pur non essendo medico, aveva elaborato una specifica profilassi. Annalena, in un ambiente islamico, è totalmente attratta dai poveri, da quelli che ella definisce “brandelli di umanità”, fino alla consumazione della propria vita.
Due donne straordinariamente evangeliche che meritano di essere studiate, conosciute, con un grande potenziale di influencer anche per i nostri giorni. Entrambe radicate nel Vangelo, impegnate a viverlo senza sconti: è qui che si innesta la potenza comunicativa cristiana, in una Parola che ha urgenza di diffondersi. «Quando teniamo il Vangelo nelle nostre mani», scrive Madeleine, «dovremmo pensare che vi abita il Verbo che vuole farsi carne in noi e impossessarsi di noi affinché, con il nostro cuore trapiantato sul suo, possiamo ricominciare la sua vita in un altro luogo, in un’altra società». Ecco lo specifico dell’influencer cristiano: sapersi strumento, risonanza e non protagonista.